Il lavoro nelle sedute

Quando si parla di Metodo Vittoz si parla anche di esercizi e subito si pensa a:

  • ho bisogno di distensione
  • ho bisogno di non pensare a nulla
  • vorrei calmare la mia agitazione mentale
  • devo fare degli esercizi

A tutte queste domande si può rispondere pensando ai nostri sensi primari, a saperli riconoscere, utilizzare, e a goderne.
Il primo passo è fare silenzio in noi stessi.

Vediamo un piccolo vademecum.

Dove?

In qualunque luogo dove ci possiamo trovare, occorre cercare un ambito che permetta un momento di solitudine interiore. Quindi un luogo ove io possa in solitudine fare i miei esercizi, senza essere osservato, giudicato, interrotto.

Quando?

Quando il vagabondaggio cerebrale comincia a svilupparsi, quando giunge l’angoscia, la fobia; Vittoz commentava questo momento come « dare un colpo di freno alle fobie ».

Gli esercizi sono una preparazione per il terreno di risultati a lungo termine, risultati durevoli che serviranno anche in caso di ricadute. Il nostro cervello si riprenderà il controllo, non un controllo nevrotico, ma un controllo dolce, equilibrato, la coscienza della mia presenza, della mia esistenza « qui e ora ».

E’ assai utile fare frequentemente degli esercizi di ricettività « come un gioco ». Questa fondamentale risorsa acquisita con gli esercizi permette al cervello un rapido e spontaneo ripristinarsi del gioire dell’istante presente.

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