A chi serve Il Metodo Vittoz?
E’ stata la seconda domanda che ho posto a Lorenzo, domanda che ha avuto una risposta sconcertante e nello stesso tempo gratificante.
Ma riprendiamo le parole del pamphlet di G. Laurent-Kaeppelin:
“Esaminiamo ora a chi è utile il metodo Vittoz.
A tutti!”
Chi è perfettamente normale, controllato?
Inizialmente destinato dal suo autore ad uso esclusivo dei malati nervosi, esso è oggetto per eccellenza di un insegnamento individuale. In un mondo dove, quotidianamente, siamo preda di molteplici stress, noi subiamo, senza poter reagire, il ritmo discordante della vita moderna. In modo quasi struggente, i nostri contemporanei cercano di difendersi dalle aggressioni che minacciano il loro equilibrio.
Tecnica di « sintesi e di ricostruzione », che apporta al soggetto un supplemento d’energia nervosa, il metodo Vittoz si rivela particolarmente efficace per rispondere ai bisogni del nostro tempo.
Se, con l’aiuto degli esercizi del metodo, i malati nervosi, i sovraffaticati, gli insonni imparano a riposarsi, questi esercizi sono utilizzabili specie nel trattamento della psicoastenia e delle psiconevrosi.
Questo in quanto il metodo ha come scopo di modificare gli stati anormali del cervello, stati che conosciamo tutti, in gradi diversi, in certi momenti della nostra vita.
Chi, infatti, non ha mai sperimentato, al meno di sfuggita, a seguito di eventi dolorosi, di eccessivo affaticamento, o di surmenage intellettuale, questi stati di mancanza di controllo che sono:
- lo sdoppiamento
- la dispersione
- la tensione o l’agitazione
- l’apatia
che caratterizzano la depressione nervosa ?
In tal caso:
- I nostri atti mancano allora di chiarezza, di precisione.
- Viviamo allora nel vago, nella confusione; la memoria vacilla.
- Siamo in preda ad un turbine di idee, al «vagabondaggio cerebrale», secondo l’espressione del dottor Vittoz.
- Per il soggetto ne risulta un vero panico.
Ma il metodo Vittoz trova ugualmente la sua indicazione nei casi più gravi di:
- ossessione
- fobie
- scrupoli
- ansia, che raggiunge il culmine nell’angoscia.
In effetti spesso siamo sicuri di poter dire che siamo in ottima forma, arrivando anche ad offenderci se qualcuno volesse anche semplicemente azzardare l’ipotesi, il dubbio:
- Sei sicuro di essere perfettamente normale, controllato?
- Potremmo anche sentirci rispondere che i malati siamo noi!
- Potremmo anche perdere l’amicizia del nostro interlocutore!
Ma niente paura!
Dopo il primo attimo di panico e dopo ulteriori spiegazioni, il nostro amico avrà l’occasione per ricredersi.
Se poi così non fosse, rispettiamo la sua opinione … e amici come prima!